Definizione
Il termine viene dalla parola alopex, che significa volpe. Questo animale infatti ha una muta molto evidente durante la quale perde moltissimo pelo. Pur se viene usata genericamente per definire la calvizie, la parola alopecia è il prefisso che caratterizza diverse condizioni correlate alla perdita di capelli, che a volte possono anche portare ad avere la pelle completamente glabra in un’area delimitata del cuoio capelluto, come avviene nell’alopecia aerata. Esiste poi una perdita contenuta di capelli, sovente di natura stagionale, che si definisce defluvium capillorum. La classica calvizie (in termine scientifico alopecia androgenetica) rappresenta la forma più diffusa e disturbante della patologia: colpisce mediamente quasi l’80 per cento dei maschi e la metà delle femmine nel corso della vita. In genere, nelle sue forme più gravi esordisce intorno ai 18 anni di età nel maschio e intorno ai 14-15 anni di età nelle donne e provoca un notevole diradamento dei capelli prima dei 25 anni. Il diradamento diventa evidente quando la densità dei capelli nell’area interessata si riduce fino al 50 per cento. L’alopecia androgenetica si chiama così perché è necessaria la coesistenza di due elementi: gli androgeni (ormoni maschili), alla cui azione alcune persone sono più sensibili e la predisposizione genetica, ovvero la presenza di geni predisponenti alla calvizie.